In questa pagina troverai: Come arrivare alla partenza; I preparativi; Gli albergue; Il racconto
Come arrivare alla partenza
Anche in questa occasione ho optato per l'aereo, per un semplice motivo economico. Andata con albastar.es che offre un fantastico Malpensa/Lourdes. Da qui quest'anno mi sono appoggiato a blablacar (molto utilizzato anche in francia) e poi al treno da Bayonne ad Hendaye.
C'è la possibilità di arrivare direttamente ad Irun sia con il treno SNCF che con l'Euskotren (una specie di metro di superficie) da Hendaye stesso (considerate che Hendaye e Irun sono la stessa città divisa da un fiume che segna il confine tra Francia e Spagna, a piedi sono 3 km).
La credenziale (se non l'avete già dall'Italia) si può ottenere all'albergue di Irun (sperto dalle 16) o fino alle 12e30 nella chiesa vicina. Tra le 12e30 e le 16 non è possibile averla (non esiste un officina del pellegrino come a SJPDP) ma tutti gli albergue successivi gestiti dagli "amici del pellegrino" ve la possono fare.
Per il ritorno ho preso un volo Ryanair da
Santander a Orio (diretto).
I preparativi
Ricordo invece quanto sia fondamentale uno zaino leggero (al Norte i dislivelli sono ancora più impegnativi): quindi un decimo del proprio peso corporeo e in ogni caso sconsiglio vivamente di superare i 10kg (considerate anche acqua e un po' di cibo al seguito). Ovviamente se intendete fare il bagno (e intenderete farlo :p) non dimenticate il costume.
Per quanto concerne la guida invece ho lasciato i miei commenti nella Prefazione al racconto.
Cosa sono gli Albergue ormai lo sappiamo già.
Sul Cammino del Norte bisogna stare un po' più accorti perché non sono né così diffusi né così capienti come l'equivalente Frances. Le regole sono più o meno le stesse: la maggior parte sono donativi. Al contrario di SJPDP, non avendo un'azienda turistica dedicata, non avrete un elenco dettagliato degli albergue presenti ma si trova comunque qualcosa in distribuzione nelle varie cittadine. Altra grande differenza con il Frances è che mentre l'orario di chiusura è il medesimo (le 22), spessissimo è necessario lasciare l'albergue tra le 7 e le 8 (e cioè non è possibile lasciarlo prima delle 7).
Le tipologie degli albergue rimangono le medesime:
In alcuni siti web leggerete che i pellegrini che hanno già percorso un consistente tratto (tipo 300km) hanno precedenza sugli altri negli albergue: per mia esperienza personale questo non avviene; spesso gli albergue vengono riempiti in ordine di arrivo (ciclisti compresi).
Per quanto concerne la guida invece ho lasciato i miei commenti nella Prefazione al racconto.
Gli albergue
Sul Cammino del Norte bisogna stare un po' più accorti perché non sono né così diffusi né così capienti come l'equivalente Frances. Le regole sono più o meno le stesse: la maggior parte sono donativi. Al contrario di SJPDP, non avendo un'azienda turistica dedicata, non avrete un elenco dettagliato degli albergue presenti ma si trova comunque qualcosa in distribuzione nelle varie cittadine. Altra grande differenza con il Frances è che mentre l'orario di chiusura è il medesimo (le 22), spessissimo è necessario lasciare l'albergue tra le 7 e le 8 (e cioè non è possibile lasciarlo prima delle 7).
Le tipologie degli albergue rimangono le medesime:
- municipali: rarissimi al Norte.
- privati: prenotatili telefonicamente e utilizzati soprattutto in città più affollate (Bilbao ad esempio) perché sono più centrali rispetto a quello degli amici del Cammino.
- degli amici del Cammino: presenti nelle principali città e spesso nel fine tappa delle guide. Sono tutti accoglienti e gli hospitaleri mantengono sicuramente lo spirito pellegrino. Sono tutti donativi (e come sottolineato da loro stessi, donativo non è uguale a gratuito) e purtroppo in molti casi hanno solo la comedora. I posti sono molto variabili da città a città ma, ereditando un po' lo spirito degli albergue religiosi del Frances, non rifiutano mai nessuno, ospitando gli esuberi per terra.
- parrocchiali: sono degli edifici di solito a lato della chiesa e spesso l'accesso è ad offerta. Al contrario di quello Frances, non è sempre prevista la comida comune (la cena tutti assieme) e conseguentemente nemmeno la colazione.
In alcuni siti web leggerete che i pellegrini che hanno già percorso un consistente tratto (tipo 300km) hanno precedenza sugli altri negli albergue: per mia esperienza personale questo non avviene; spesso gli albergue vengono riempiti in ordine di arrivo (ciclisti compresi).
Il racconto
Prefazione al racconto
Lo spirito di questo diario rimane lo stesso del racconto Frances, mettere nero su bianco le sensazioni e i ricordi, prima che si perdano nella frenesia del quotidiano.
Certo, questo ha il vantaggio di rimanere un percorso forzatamente interrotto e quindi una finestra aperta che verrà, prima o poi, chiusa con l'arrivo a Santiago nella seconda metà del Norte (quando, ahimè, ancora non si sa).
La prefazione si rende necessaria perché è automatico il confronto con l'esperienza già fatta 4 anni fa. Questo cammino può essere più interessante per chi ama la spiaggia, l'oceano... perché permette di raggiungere delle città camminando sulla battigia. E' però (almeno lo è stato per me) un percorso più solitario, più introspettivo. Anche i dislivelli dei primi giorni, un po' spaccagambe, lasciano più spazio alla stanchezza fisica e alla libertà dai pensieri. E' comunque lo spirito quello che ho trovato differente: altri pellegrini se ne incontrano (meno) ma sono spesso già divisi in gruppi e non sono aperti a nuove conoscenze. Anche gli albergue, senza cucina e cena comune, effettivamente non favoriscono molto l'aggregazione. Il bilancio finale è positivo, non crediate, ma sicuramente è un cammino più solitario. Succede di incontrarsi, sorpassarsi e salutarsi e a volte di percorrere qualche ora assieme. Nei miei 10 giorni non ho mai fatto una tappa completa con qualcuno, lo ammetto :p
Piccola digressione sulla GUIDA. Come la maggior parte degli italiani ho comprato la guida delle Terre di Mezzo che ahimè però è decisamente meno completa dell'equivalente per il cammino Frances. L'unica informazione sugli albergue è il numero di posti e la descrizione del percorso pecca un po' di dettaglio (proseguire dritto può significare per 1 km come per 10). Le guide straniere sembrano più aggiornate e la prossima volta credo che me ne procurerò una in loco.
Concludo dicendo che questa volta il racconto è l'esatto diario che ho scritto in quei giorni; questo mi espone leggermente, ma sono convinto possa dare una luce più naturale al racconto.
Per praticità indicherò con:
Giovedì 11 agosto 2016
Hendaye -> Monte Ulìa (20 Km)
Comunità delle dodici tribù (donativo), 20 posti circa CAS,CUC, COM, WI
Ammettendo che le mie capacità organizzative diminuiscono con il tempo il primo giorno è stato più difficile del previsto e ora, scrivendo da un comodissimo letto con tanto amore nel cuore, sono contento di essermelo lasciato alle spalle.
Anche questa volta volato all'aeroporto di lourdes, il trasporto fino a hendaye (ultimo avamposto francese) è andato tutto sommato bene.
Hendaye e Irun sono divise solo da un fiume. Attraversato il ponte e raggiunta la città e l'albergue scopro ahimè che non c'è modo di ottenere la credenziale siccome l'albergue apre alle 16 e la chiesa ha chiuso alle 12e30.
Dopo un attimo di esitazione, faccio un po' di spesa e decido di avventurarmi lo stesso anche perché l'albergue della mia meta è degli amici del cammino e quindi posso chiedere la credential lì. Lasciare irun non mi spiace troppo, è proprio una città e non subisco il suo fascino. Il cammino non è semplice ma regala panorami incredibili sull'oceano e la possibilità di immedesimarsi in coloro che da quelle torre di pietra avvistavano le balene. Tutto questo passando per dei pascoli dove trovarsi faccia a faccia con pecore e cavalli.
Il percorso mi sembra più lungo della realtà per arrivare a pasaje e incomincio a sentire lo zaino, sono contento di arrivare, anche perché dopo aver visto l'oceano nella sua vastità, a pasaje lo si vede molto più da vicino, seppur non a portata di bagno (è possibile ma si tratta di un canale navale seppur l'acqua sia molto bella). Qui l'amara sorpresa :( l'unico albergue è pieno (i posti sono davvero pochi) e mi consiglia di andare alla comunità hippie del monte ulia, ad un'oretta e mezza verso san sebastian. È vero che sono stanco ma mi incammino, mi spiace soltanto essermi perso un giro serale nel paesello. Si sale parecchio per raggiungere il faro d'ingresso al canale e da lì il sentiero di fa un po' più facile. Capirete di essere arrivati in questa comunità perché ad accogliervi c'è un grazioso cartello, che sintetizza molto bene un rapporto con il mondo. Anche questa volta quello che sembra uno sfiga si rivela una fortuna: Il posto è affascinante e pacifico, i membri della comunità più che accoglienti e si respira una bella atmosfera. Io sono l'ultimo arrivato ovviamente, alle 8. Mi lavo e vengo invitato a cena, siamo sedici. Si parla un po' di quello che si riesce. Da una pellegrina catturata da questa enclave di cristianesimo primitivo scopro che la comunità si sostiene coltivando e vendendo i propri prodotti, tutto quello che mangiamo effettivamente è fatto in casa e buonissimo.
Vado a dormire considerando che in fondo sono anche più vicino a san sebastian e che domani quindi mi permetterò, oltre al tanto anelato bagno nell'oceano, anche un giro nella città vecchia.
Venerdì 12 agosto 2016
Monte Ulìa -> San Sebastian (6,1 Km)
Albergue Ikastola Mariaren Bihotza (donativo), 60 posti CAS,CUC, COM, WI (cittadino, in giro)
Il tema del giorno è sicuramente "trova le differenze". Dopo un'abbondante colazione nella comunità del monte ulia, che mi conferma come la realtà nella quale la clessidra del tempo si sia fermata risulti un ristoro e un nido caldo per alcuni, mi avvio. Con tutta calma, data la distanza ridicola, mi avvio a san sebastian per un percorso carino, soprattutto per qualche scorcio d'oceano. Arrivato, la città mi rapisce. Mi fermo sulla prima spiaggia (quella dei surfisti) poi proseguo.. Scopro la città vecchia e quando si fa mezzogiorno mi accorgo che non ho alcuna voglia di proseguire e che la città merita una sosta. Il pomeriggio lo passo da turista, tra spiagge, bagni e monumenti. Verso le 4 mi avvio all'albergue segnato nella guida ma ahimè è chiuso e rimanda ad un collegio dall'altra parte della città (cioè all'ingresso). Piuttosto che fermarmi all'ostello della gioventù (decisamente più vicino ma che non mi sembra totalmente nello spirito pellegrino), mi faccio questa vasca sul lungomare per tornare all'inizio. Come prospettato l'albergue è accogliente, un po' arrabattato ma c'è tutto. Apre alle 3 e chiude alle 10 quindi se scegliete di fermarvi avrete tutto il tempo di vedere la città con le spalle libere. Appena ottenuto il posto letto ne approfitto per fare un altro bagno e poi per passare nella zona della città che ho trascurato e infine permettermi qualche caña e qualche pinchos. Una vacançion insomma :)
E torniamo al tema d'apertura: le differenze. Quelle con il cammino frances. Una pellegrina ieri a cena, riportando quanto detto da un'altra pellegrina, diceva che il cammino frances è magico e che quello del norte è bello, affascinante, ma non ha questa "magia". Sono al secondo giorno, non voglio spendermi in giudizi, ma una differenza si percepisce. I pellegrini sono più solitari, gli hospitaleri un po' meno entusiasti e non è automatico incominciare dialoghi con sconosciuti così come avviene nell'altro. Forse anche il numero di pellegrini non facilita la formazione di gruppi linguistici che possano interagire più facilmente, non so. Mi riservo di cambiare idea nelle prossime tappe e nel frattempo cucio qualche vescica, che domani si cammina un po' più seriamente.
Sabato 13 agosto 2016
San Sebastian -> Zumaia (29,8 Km)
Albergue San Josè (donativo), 30 postiCAS, CUC, COM, WI (password da richiedere)
Parola del giorno "gambero". Come promesso l'albergue ci ejetta alle 7 (le luci si accendono alle 6e45) anche se la mia notte non è piacevole quindi dormo a tratti. Si esce che la luce sembra lì proprio da poco, sapendo di non trovare un bar aperto per almeno due ore. Ripercorrendo nuovamente il lungomare di san Sebastian sono contento di aver deciso di fermarmi una notte. Comincia la salita e le vedute sull'oceano si fanno sempre più belle. Decido che Zarautz sarà solo una tappa di passaggio e quindi mi concedo giusto una pausa ad orio prima di proseguire. La difficoltà maggiore diventa il sole, che batte pesantemente sulla mia pelle già un po' grigliata nella spiaggia della concha. A Zarautz comunque, seguendo una piccola deviazione suggerita dalla guida e che fa passare vicino ad un vecchio deposito di ferro, scorso degli scogli balneabili bellissimi. Per raggiungerli è necessario scendere parecchio e lascio perdere ma se dovreste scegliere la città come fine tappa, consiglio una sosta. Non mi faccio comunque mancare un bagno nella spiaggia principale della città e da lì un pranzo leggero. Anche in questo caso la città è più un insieme di condomini e negozi vista spiaggia piuttosto che avere un'anima. Proseguo per zumaia. La città è di mare, ha il suo fascino nonostante le orde ingiustificate di turisti e le spiaggia che si vede arrivando (e che appare già così lontana all'albergue che passa la voglia di andarci) è solo una delle due. L'altra è incantevole, scavata tra pareti di roccia altissime, scogliere come finora non ne avevo viste. L'albergue è accogliente e ricorda quelli del camino frances, con comedora, spazio per stare all'aperto e tutto il necessario. Le camere sono da tre e la divisione dei sessi continua anche in questo convento. Ci sbatteranno fuori di qui tra le 7 e le 8, come il ieri. Io ho realizzato che conciliare amore per il mare, ambizioni da turista e da pellegrino mi sta stancando di più e forse non mi permetterà di arrivare a Santander sulle mie gambe ma programmo solo la giornata successiva, si vedrà.
Domenica 14 agosto 2016
Zumata -> Markina (37,6 Km)
Albergue Padre Carmelitas (donativo), 30 posti CAS,CUC, LAV, COM
Il diario di questa giornata è destinato ad essere molto più breve, per la ragione della mia impensabile stanchezza. Non mi sono concesso molte pause, solo la colazione a Deba. La tappa di oggi è stata faticosa, salite e discese si sono susseguite in modo davvero insistente e le torte intermedie (esclusa Deba) non mi sono sembrate interessati. Per fortuna il preciso è in buona parte ombreggiato e per la prima volta ho fatto incontri interessanti. Una coppia di spagnoli con i quali ho condiviso l'ultimo tratto (e che poi hanno proseguito) ed un gruppo di spagnoli nel pomeriggio, quando abbiamo usato il fiume come ristoro per i piedi. Punti a favore sono sicuramente le more lungo il percorso, tantissime e buone. Poi il fatto che Makina sia su un fiumiciattolo abbastanza vicino all'albergue da essere usato come piscina per i piedi. Finalmente l'accoglienza si fa più seria: gli hospitaleri non lasciano nessuno senza posto. Mancano ancora organizzazione e cucina. Rispetto al frances permane questa difficoltà a formare gruppi in quanto la maggior parte viaggiano già in gruppo. Con un piccolo rammarico per due prese di corrente continuamente occupate da due soli individui, vado a dormire con una sveglia stranamente presto. Cosa mi aspetta domani (visto che la guida dice che l'albergue municipale di fine tappa sarà chiuso) proprio non lo so.
Lunedì 15 agosto 2016
Markina -> Lezama (46,2 Km)
Albergue nel centro Uribarri (donativo), 20 posti CAS,CUC, COM, LAV, WI (aperto)
E quale miglior soluzione al problema di chiusura del mio diario di ieri se non fare 2 tappe?
Complice una sveglia naturale alle 4 e la volontà di evitare il sole il più possibile (anche la possibilità di uscire dall'albergue a proprio piacimento non è poco) sono partito con il buio. Il freddo non l'ho proprio incontrato perché anche a quell'ora c'era fresco. La prima tappa ha il solito saliscendi ma non è spezzagambe come quello del giorno precedente e le vedute (compatibilmente con la luce) niente male. Buona parte del tragitto è nel bosco. Alla fine della prima tappa (guernika) mi fermo a fare colazione in un panificio preso d'assalto da pellegrini, saremo 25. Mentre loro ripartono io controllo la guida e sono confermo di voler proseguire. Guernika non ha ostelli municipali e l'unico privato costa molto. La città diciamocelo, grande ma un po' oscena (confermando quanto già detto delle città basche) tra l'altro il cammino è segnato malissimo e devo ricorrere al gps più di una volta. Il prossimo fine tappa mi permette di avvicinarmi a bilbao (15km) e così decido di provarci. Il sole incomincia a dare fastidio e il percorso, più semplice, incomincia comunque a pesarmi. Arrivato nella carinissima città di Lazzarete, nella quale c'è una festa in corso, un cartello mi avverte che lezama è più vicina di quanto credo e allora faccio questo ultimo sforzo. Uno sforzo non pagato purtroppo :/ il percorso è tutto sulla carretera e solo qualche nuvola mi convince a non tentare il suicidio gettandomi sotto le macchine che passano veloci. Soffro parecchio e quando entro in paese mi trascino all'albergue che, nonostante ancora chiuso, detiene già una fila di zaini. Aggiungo il mio. Muoio sul prato e all'apertura mi rendo conto che potrei non rientrare nei 20 posti letto dichiarati. Sono il 21esimo (😲) davanti a me tre ciclisti che in questo albergue (e non ho memoria di altri) stanno in fila come i pellegrini a piedi quando normalmente hanno priorità inferiore. Alla faccia della guida (della quale mi permetterò qualche commento nella premessa) l'hospitalero non cerca di sistemare tutti ma mi permetterà di dormire per terra. In tutto questo i ciclisti fanno anche i simpatici, spiego loro che ci siamo visti il giorno e prima e rispondono addirittura che la loro tappa è stata dura. Nel mio spagnolo approssimativo rispondo che "in bicicletta…" il mio grado di acidità sale infinitamente.
Mi riposo sul prato e per terra di fuori perché l'albergue è piccolo e non c'è un luogo dove possa sdraiarmi. Per fortuna domano sarò a Bilbao.
Di tutta la gente incontrata nella giornata un surfista un po' pazzo è arrivato poco dopo di me e allo stesso modo dormirà per terra.
Ad accoglierci comunque c'è il nonno di Up. Non parla nessun altra lingua oltre lo spagnolo (e il basco presumo) ma è molto più gentile dell'equivalente nel film.
Martedì 16 agosto 2016
Lezama -> Bilbao (15,5 Km)
Albergue degli amici del cammino (donativo), 50 posti CAS,CUC, COM, LAV, WI
Come prefazione il diario di oggi è viene scritto tardi (per gli orari pellegrini), quasi alle 23, ma è giustificato. Poco da dire sul percorso, la tappa da lezama è breve come previsto e bisogna salire il monte avril per poi ridiscenderlo intravedendo bilbao. Pur percorso con poca luce, non è il massimo. Prima di salire al monte si prosegue sulla carretera del giorno precedente e solo il tratto collinare regala qualche bella sensazione. La città in compenso accoglie con un'atmosfera molto positiva, palazzi signorili, piazze e architetture tutte proprie fanno una bella impressione. Spendo buona parte della giornata in giro per la città anche se mi assicuro di portare lo zaino all'albergue municipale che si trova in cima alla collina verso l'uscita della città (comunque lungo il cammino). Da qui ci si può muovere verso il centro anche con l'autobus 58. Tornato in albergue nel pomeriggio trovo un gruppo di italiani (quasi tutti frutto di unioni lungo il percorso) e l'hospitalero mi fa capire che saremo noi a cucinare la comida :) si crea un bell'ambiente e il risultato è una cena di oltre 20 persone, la cui pulizia ci ha fatto derogare l'orario fiscale delle 22, non senza qualche borbottio :D
Dopo qualche giorno il cammino mi fa un altro regalo, facendomi ritrovare l'atmosfera del camino frances. Domani colazione comune e tappa normale (mi hanno detto che da qui in poi i dislivelli saranno minori) una vacanza praticamente!
Mercoledì 17 agosto 2016
Bilbao -> Pobena (25,9 Km)
Albergue degli amici del cammino (donativo), 45 posti CAS,CUC, COM, WI (ma al bar dietro sì)
"diario in corsa" Mi sto avvicinando alla spiaggia dell'arena (poco prima di probeña) seguendo una pista pedonale-ciclabile che mi permette distrazioni. Il cielo è coperto da stamattina e ha tutta la mia gratitudine considerato che non ho percorso alcun tratto boschivo. Dall'albergue, seguendo anche il consiglio della hospitalera, sono risceso verso l'ospedale Santo (una costruzione magnifica) e ho seguito il fiume verso l'interno. Complice il tempo cupo, la periferia industriale di bilbao, graffitata, abbandonata, ancora abitata, puzzolente, rugginosa.. Mi ha fatto riflettere molto sul paese basco e sui baschi anche perché oggi sarà il mio ultimo giorno in questa regione. Mi chiedo ad esempio se, concentrandosi su altri temi, considerati prioritari, i baschi non si siano resi conto della speculazione edilizia e la distruzione del paesaggio imperante in quegli stessi anni. Se invece abbiano creduto che una crescita economico -industriale gli avrebbe permesso di avere più base, più consenso, quando ne avevano bisogno. Chissà cosa hanno provato quando queste speranze si sono infrante, il panorama uscendo da Bilbao ha questo sapore qui. Non conosco la storia spagnola, meglio non perdersi in ipotesi infondate. Tutto il percorso è su fondo rigido e l'arrivo a portagalete (da questa variante) non è affatto male. Si vede la "funicolare" che permette l'attraversamento del fiume e per di più il paese sta allestendo una festa. Stendardi, bancarelle e gonfiabili mi circondano. La attraverso tutta, per rincontrare il cammino che scende dall'albergue di bilbao e proseguo su tratti un po' anonimi.
Anche l'arrivo all'arena è bello, anche solo per la gioia di essere tornati sull'oceano. La spiaggia è ampia e bella, il villaggio piccolo e grazioso anche se sembra un ex posto di villeggiatura, tagliato fuori dall'autostrada. Il pomeriggio e la serata sono sereni, ormai le facce incominciano a ricorrere e si fanno chiacchiere più interessanti. Il momento canto italiano a cena poi, rimarrà nei miei ricordi.
Continua lo spirito sincero degli hospitaleri, che trovano una sistemazione per tutti.
Domani mi aspetta la cantabria e con lei si avvicina anche la fine di questa prima metà di cammino.
Giovedì 18 agosto 2016
Pobena -> Pontarron (36 Km)
Albergue comunale (donativo), 20 posti CAS,CUC, COM, WI
Questa mattina il senso di comunità, nonostante l'assenza di una colazione comune, era presente. Comunque noi italiani una colazione ce la siamo fatti :) Il bar a pobeña è decisamente una sicurezza. Partiamo assieme (cosa un po' nuova per me) e tra chiacchiere e momenti di silenzio costeggiamo l'oceano in leggera salita. Arrivati al bivio tra l'alternativa corta sulla carretera e quella lunga per il bosco ci salutiamo, promettendoci di rivederci. Trovo un altro compagno di cammino, Daniel, con il quale arrivo a Castro. Questa città di mare, urbanizzata un po' esageratamente, mantiene però un nucleo storico invidiabile e la passeggiata lungo mare è bellissima. Saluto anche Daniel e qualche amico dei giorni passati e continuo per islares.
Qui il percorso ci regala nuovi orizzonti sul mare e il tempo coperto mi facilita il cammino. L'albergue di islares sembra abbastanza vuoto e abbastanza vicino alla spiaggia ma non cambio la mia scelta di andare al paese successivo. Dopo una piccola deviazione Involontaria arrivo a pontarron, dove la barista fa da hospitalero (fa la burocrazia) e ti spiega dov'è la casa. Siamo pochi (si riempirà durante il pomeriggio) e parlo quasi tutto il tempo con Lucas. Nel giorno più sociale del cammino sono contento di aver deciso guemes come ultima tappa. Mi spiace non aver salutato nessuno propriamente ma immagino sia sempre così. L'ultimo giorno da camminante mi aspetta e dalla guida sembra proprio che sarà una bella nota di chiusura.
Venerdì 19 agosto 2016
Pontarron -> Guemes (44,4 Km)
Albergue La cabana del abuelo peuto (donativo), 60+ postiCAS, CUC, COM, LAV, WI
La mattina è cominciata in modo un po' improvviso, con la sveglia che non ha suonato ed io che mi sono trovato in una stanza semivuota. Mi è dispiaciuto andarmene senza salutare Lucas. Il percorso finalmente torna ad essere un po' più paesaggistico, nonostante il primo pezzo sulla carretera e regala belle passeggiate sulla spiaggia. Laredo ci fa rivivere la sensazione di una città troppo urbanizzata e a Santoña faccio fatica a resistere a comprare acciughe (non me le farebbero passare in aereo). La fatica, sommata a quella del giorno prima, comincia a farsi sentire. Passo dopo passo, in strade sempre più deserte e borghetti graziosi mi avvicino all'albergue. L'ultimo pezzo è davvero duro ma avendo letto sulla guida ottime recensioni su questo albergue mi trascino. Le riflessioni dell'ultimo giorno da camminante sono molte: ad esempio quanto tempo avrò per pensare una volta tornato nella frenesia della quotidianità?
Mi perdo spesso nei miei pensieri anche se una volta arrivato a destinazione è difficile distrarsi, un gruppo di volontari ti accoglie e ti segue. Segue una piccola lezione su come funziona questa comunità sociale e poi una buona cena comune, nella quale mi accompagno a dei tedeschi e a del vino :D
Non so ancora che farò domani, se raggiungerò comunque santander a piedi (l'itinerario consigliato da loro però è lungo 15km) oppure se userò il bus. Il discorso della ripartenza (quando sarà) mi rende dubbioso. Da Santander sarebbe tutto più semplice.
Il mio diario si fermerà qui, dove si ferma anche la mia avventura.. Con la pioggia sfortunatamente.
Lo spirito di questo diario rimane lo stesso del racconto Frances, mettere nero su bianco le sensazioni e i ricordi, prima che si perdano nella frenesia del quotidiano.
Certo, questo ha il vantaggio di rimanere un percorso forzatamente interrotto e quindi una finestra aperta che verrà, prima o poi, chiusa con l'arrivo a Santiago nella seconda metà del Norte (quando, ahimè, ancora non si sa).
La prefazione si rende necessaria perché è automatico il confronto con l'esperienza già fatta 4 anni fa. Questo cammino può essere più interessante per chi ama la spiaggia, l'oceano... perché permette di raggiungere delle città camminando sulla battigia. E' però (almeno lo è stato per me) un percorso più solitario, più introspettivo. Anche i dislivelli dei primi giorni, un po' spaccagambe, lasciano più spazio alla stanchezza fisica e alla libertà dai pensieri. E' comunque lo spirito quello che ho trovato differente: altri pellegrini se ne incontrano (meno) ma sono spesso già divisi in gruppi e non sono aperti a nuove conoscenze. Anche gli albergue, senza cucina e cena comune, effettivamente non favoriscono molto l'aggregazione. Il bilancio finale è positivo, non crediate, ma sicuramente è un cammino più solitario. Succede di incontrarsi, sorpassarsi e salutarsi e a volte di percorrere qualche ora assieme. Nei miei 10 giorni non ho mai fatto una tappa completa con qualcuno, lo ammetto :p
Piccola digressione sulla GUIDA. Come la maggior parte degli italiani ho comprato la guida delle Terre di Mezzo che ahimè però è decisamente meno completa dell'equivalente per il cammino Frances. L'unica informazione sugli albergue è il numero di posti e la descrizione del percorso pecca un po' di dettaglio (proseguire dritto può significare per 1 km come per 10). Le guide straniere sembrano più aggiornate e la prossima volta credo che me ne procurerò una in loco.
Concludo dicendo che questa volta il racconto è l'esatto diario che ho scritto in quei giorni; questo mi espone leggermente, ma sono convinto possa dare una luce più naturale al racconto.
Per praticità indicherò con:
- CAS la presenza di letti a castello
- CUC la presenza di una cucina attrezzata
- COM la presenza di un posto adibito a mangiare (comedora)
- LAV la presenza di una lavatrice a pagamento (normalmente associata ad un'asciugatrice)
- WI la presenza di internet wireless
Giovedì 11 agosto 2016
Hendaye -> Monte Ulìa (20 Km)
Comunità delle dodici tribù (donativo), 20 posti circa CAS,
Ammettendo che le mie capacità organizzative diminuiscono con il tempo il primo giorno è stato più difficile del previsto e ora, scrivendo da un comodissimo letto con tanto amore nel cuore, sono contento di essermelo lasciato alle spalle.
Anche questa volta volato all'aeroporto di lourdes, il trasporto fino a hendaye (ultimo avamposto francese) è andato tutto sommato bene.
Hendaye e Irun sono divise solo da un fiume. Attraversato il ponte e raggiunta la città e l'albergue scopro ahimè che non c'è modo di ottenere la credenziale siccome l'albergue apre alle 16 e la chiesa ha chiuso alle 12e30.
Dopo un attimo di esitazione, faccio un po' di spesa e decido di avventurarmi lo stesso anche perché l'albergue della mia meta è degli amici del cammino e quindi posso chiedere la credential lì. Lasciare irun non mi spiace troppo, è proprio una città e non subisco il suo fascino. Il cammino non è semplice ma regala panorami incredibili sull'oceano e la possibilità di immedesimarsi in coloro che da quelle torre di pietra avvistavano le balene. Tutto questo passando per dei pascoli dove trovarsi faccia a faccia con pecore e cavalli.
Il percorso mi sembra più lungo della realtà per arrivare a pasaje e incomincio a sentire lo zaino, sono contento di arrivare, anche perché dopo aver visto l'oceano nella sua vastità, a pasaje lo si vede molto più da vicino, seppur non a portata di bagno (è possibile ma si tratta di un canale navale seppur l'acqua sia molto bella). Qui l'amara sorpresa :( l'unico albergue è pieno (i posti sono davvero pochi) e mi consiglia di andare alla comunità hippie del monte ulia, ad un'oretta e mezza verso san sebastian. È vero che sono stanco ma mi incammino, mi spiace soltanto essermi perso un giro serale nel paesello. Si sale parecchio per raggiungere il faro d'ingresso al canale e da lì il sentiero di fa un po' più facile. Capirete di essere arrivati in questa comunità perché ad accogliervi c'è un grazioso cartello, che sintetizza molto bene un rapporto con il mondo. Anche questa volta quello che sembra uno sfiga si rivela una fortuna: Il posto è affascinante e pacifico, i membri della comunità più che accoglienti e si respira una bella atmosfera. Io sono l'ultimo arrivato ovviamente, alle 8. Mi lavo e vengo invitato a cena, siamo sedici. Si parla un po' di quello che si riesce. Da una pellegrina catturata da questa enclave di cristianesimo primitivo scopro che la comunità si sostiene coltivando e vendendo i propri prodotti, tutto quello che mangiamo effettivamente è fatto in casa e buonissimo.
Vado a dormire considerando che in fondo sono anche più vicino a san sebastian e che domani quindi mi permetterò, oltre al tanto anelato bagno nell'oceano, anche un giro nella città vecchia.
Venerdì 12 agosto 2016
Monte Ulìa -> San Sebastian (6,1 Km)
Albergue Ikastola Mariaren Bihotza (donativo), 60 posti CAS,
Il tema del giorno è sicuramente "trova le differenze". Dopo un'abbondante colazione nella comunità del monte ulia, che mi conferma come la realtà nella quale la clessidra del tempo si sia fermata risulti un ristoro e un nido caldo per alcuni, mi avvio. Con tutta calma, data la distanza ridicola, mi avvio a san sebastian per un percorso carino, soprattutto per qualche scorcio d'oceano. Arrivato, la città mi rapisce. Mi fermo sulla prima spiaggia (quella dei surfisti) poi proseguo.. Scopro la città vecchia e quando si fa mezzogiorno mi accorgo che non ho alcuna voglia di proseguire e che la città merita una sosta. Il pomeriggio lo passo da turista, tra spiagge, bagni e monumenti. Verso le 4 mi avvio all'albergue segnato nella guida ma ahimè è chiuso e rimanda ad un collegio dall'altra parte della città (cioè all'ingresso). Piuttosto che fermarmi all'ostello della gioventù (decisamente più vicino ma che non mi sembra totalmente nello spirito pellegrino), mi faccio questa vasca sul lungomare per tornare all'inizio. Come prospettato l'albergue è accogliente, un po' arrabattato ma c'è tutto. Apre alle 3 e chiude alle 10 quindi se scegliete di fermarvi avrete tutto il tempo di vedere la città con le spalle libere. Appena ottenuto il posto letto ne approfitto per fare un altro bagno e poi per passare nella zona della città che ho trascurato e infine permettermi qualche caña e qualche pinchos. Una vacançion insomma :)
E torniamo al tema d'apertura: le differenze. Quelle con il cammino frances. Una pellegrina ieri a cena, riportando quanto detto da un'altra pellegrina, diceva che il cammino frances è magico e che quello del norte è bello, affascinante, ma non ha questa "magia". Sono al secondo giorno, non voglio spendermi in giudizi, ma una differenza si percepisce. I pellegrini sono più solitari, gli hospitaleri un po' meno entusiasti e non è automatico incominciare dialoghi con sconosciuti così come avviene nell'altro. Forse anche il numero di pellegrini non facilita la formazione di gruppi linguistici che possano interagire più facilmente, non so. Mi riservo di cambiare idea nelle prossime tappe e nel frattempo cucio qualche vescica, che domani si cammina un po' più seriamente.
Sabato 13 agosto 2016
San Sebastian -> Zumaia (29,8 Km)
Albergue San Josè (donativo), 30 posti
Parola del giorno "gambero". Come promesso l'albergue ci ejetta alle 7 (le luci si accendono alle 6e45) anche se la mia notte non è piacevole quindi dormo a tratti. Si esce che la luce sembra lì proprio da poco, sapendo di non trovare un bar aperto per almeno due ore. Ripercorrendo nuovamente il lungomare di san Sebastian sono contento di aver deciso di fermarmi una notte. Comincia la salita e le vedute sull'oceano si fanno sempre più belle. Decido che Zarautz sarà solo una tappa di passaggio e quindi mi concedo giusto una pausa ad orio prima di proseguire. La difficoltà maggiore diventa il sole, che batte pesantemente sulla mia pelle già un po' grigliata nella spiaggia della concha. A Zarautz comunque, seguendo una piccola deviazione suggerita dalla guida e che fa passare vicino ad un vecchio deposito di ferro, scorso degli scogli balneabili bellissimi. Per raggiungerli è necessario scendere parecchio e lascio perdere ma se dovreste scegliere la città come fine tappa, consiglio una sosta. Non mi faccio comunque mancare un bagno nella spiaggia principale della città e da lì un pranzo leggero. Anche in questo caso la città è più un insieme di condomini e negozi vista spiaggia piuttosto che avere un'anima. Proseguo per zumaia. La città è di mare, ha il suo fascino nonostante le orde ingiustificate di turisti e le spiaggia che si vede arrivando (e che appare già così lontana all'albergue che passa la voglia di andarci) è solo una delle due. L'altra è incantevole, scavata tra pareti di roccia altissime, scogliere come finora non ne avevo viste. L'albergue è accogliente e ricorda quelli del camino frances, con comedora, spazio per stare all'aperto e tutto il necessario. Le camere sono da tre e la divisione dei sessi continua anche in questo convento. Ci sbatteranno fuori di qui tra le 7 e le 8, come il ieri. Io ho realizzato che conciliare amore per il mare, ambizioni da turista e da pellegrino mi sta stancando di più e forse non mi permetterà di arrivare a Santander sulle mie gambe ma programmo solo la giornata successiva, si vedrà.
Domenica 14 agosto 2016
Zumata -> Markina (37,6 Km)
Albergue Padre Carmelitas (donativo), 30 posti CAS,
Lunedì 15 agosto 2016
Markina -> Lezama (46,2 Km)
Albergue nel centro Uribarri (donativo), 20 posti CAS,
Complice una sveglia naturale alle 4 e la volontà di evitare il sole il più possibile (anche la possibilità di uscire dall'albergue a proprio piacimento non è poco) sono partito con il buio. Il freddo non l'ho proprio incontrato perché anche a quell'ora c'era fresco. La prima tappa ha il solito saliscendi ma non è spezzagambe come quello del giorno precedente e le vedute (compatibilmente con la luce) niente male. Buona parte del tragitto è nel bosco. Alla fine della prima tappa (guernika) mi fermo a fare colazione in un panificio preso d'assalto da pellegrini, saremo 25. Mentre loro ripartono io controllo la guida e sono confermo di voler proseguire. Guernika non ha ostelli municipali e l'unico privato costa molto. La città diciamocelo, grande ma un po' oscena (confermando quanto già detto delle città basche) tra l'altro il cammino è segnato malissimo e devo ricorrere al gps più di una volta. Il prossimo fine tappa mi permette di avvicinarmi a bilbao (15km) e così decido di provarci. Il sole incomincia a dare fastidio e il percorso, più semplice, incomincia comunque a pesarmi. Arrivato nella carinissima città di Lazzarete, nella quale c'è una festa in corso, un cartello mi avverte che lezama è più vicina di quanto credo e allora faccio questo ultimo sforzo. Uno sforzo non pagato purtroppo :/ il percorso è tutto sulla carretera e solo qualche nuvola mi convince a non tentare il suicidio gettandomi sotto le macchine che passano veloci. Soffro parecchio e quando entro in paese mi trascino all'albergue che, nonostante ancora chiuso, detiene già una fila di zaini. Aggiungo il mio. Muoio sul prato e all'apertura mi rendo conto che potrei non rientrare nei 20 posti letto dichiarati. Sono il 21esimo (😲) davanti a me tre ciclisti che in questo albergue (e non ho memoria di altri) stanno in fila come i pellegrini a piedi quando normalmente hanno priorità inferiore. Alla faccia della guida (della quale mi permetterò qualche commento nella premessa) l'hospitalero non cerca di sistemare tutti ma mi permetterà di dormire per terra. In tutto questo i ciclisti fanno anche i simpatici, spiego loro che ci siamo visti il giorno e prima e rispondono addirittura che la loro tappa è stata dura. Nel mio spagnolo approssimativo rispondo che "in bicicletta…" il mio grado di acidità sale infinitamente.
Mi riposo sul prato e per terra di fuori perché l'albergue è piccolo e non c'è un luogo dove possa sdraiarmi. Per fortuna domano sarò a Bilbao.
Di tutta la gente incontrata nella giornata un surfista un po' pazzo è arrivato poco dopo di me e allo stesso modo dormirà per terra.
Ad accoglierci comunque c'è il nonno di Up. Non parla nessun altra lingua oltre lo spagnolo (e il basco presumo) ma è molto più gentile dell'equivalente nel film.
Martedì 16 agosto 2016
Lezama -> Bilbao (15,5 Km)
Albergue degli amici del cammino (donativo), 50 posti CAS,CUC, COM, LAV, WI
Come prefazione il diario di oggi è viene scritto tardi (per gli orari pellegrini), quasi alle 23, ma è giustificato. Poco da dire sul percorso, la tappa da lezama è breve come previsto e bisogna salire il monte avril per poi ridiscenderlo intravedendo bilbao. Pur percorso con poca luce, non è il massimo. Prima di salire al monte si prosegue sulla carretera del giorno precedente e solo il tratto collinare regala qualche bella sensazione. La città in compenso accoglie con un'atmosfera molto positiva, palazzi signorili, piazze e architetture tutte proprie fanno una bella impressione. Spendo buona parte della giornata in giro per la città anche se mi assicuro di portare lo zaino all'albergue municipale che si trova in cima alla collina verso l'uscita della città (comunque lungo il cammino). Da qui ci si può muovere verso il centro anche con l'autobus 58. Tornato in albergue nel pomeriggio trovo un gruppo di italiani (quasi tutti frutto di unioni lungo il percorso) e l'hospitalero mi fa capire che saremo noi a cucinare la comida :) si crea un bell'ambiente e il risultato è una cena di oltre 20 persone, la cui pulizia ci ha fatto derogare l'orario fiscale delle 22, non senza qualche borbottio :D
Dopo qualche giorno il cammino mi fa un altro regalo, facendomi ritrovare l'atmosfera del camino frances. Domani colazione comune e tappa normale (mi hanno detto che da qui in poi i dislivelli saranno minori) una vacanza praticamente!
Mercoledì 17 agosto 2016
Bilbao -> Pobena (25,9 Km)
Albergue degli amici del cammino (donativo), 45 posti CAS,
"diario in corsa" Mi sto avvicinando alla spiaggia dell'arena (poco prima di probeña) seguendo una pista pedonale-ciclabile che mi permette distrazioni. Il cielo è coperto da stamattina e ha tutta la mia gratitudine considerato che non ho percorso alcun tratto boschivo. Dall'albergue, seguendo anche il consiglio della hospitalera, sono risceso verso l'ospedale Santo (una costruzione magnifica) e ho seguito il fiume verso l'interno. Complice il tempo cupo, la periferia industriale di bilbao, graffitata, abbandonata, ancora abitata, puzzolente, rugginosa.. Mi ha fatto riflettere molto sul paese basco e sui baschi anche perché oggi sarà il mio ultimo giorno in questa regione. Mi chiedo ad esempio se, concentrandosi su altri temi, considerati prioritari, i baschi non si siano resi conto della speculazione edilizia e la distruzione del paesaggio imperante in quegli stessi anni. Se invece abbiano creduto che una crescita economico -industriale gli avrebbe permesso di avere più base, più consenso, quando ne avevano bisogno. Chissà cosa hanno provato quando queste speranze si sono infrante, il panorama uscendo da Bilbao ha questo sapore qui. Non conosco la storia spagnola, meglio non perdersi in ipotesi infondate. Tutto il percorso è su fondo rigido e l'arrivo a portagalete (da questa variante) non è affatto male. Si vede la "funicolare" che permette l'attraversamento del fiume e per di più il paese sta allestendo una festa. Stendardi, bancarelle e gonfiabili mi circondano. La attraverso tutta, per rincontrare il cammino che scende dall'albergue di bilbao e proseguo su tratti un po' anonimi.
Anche l'arrivo all'arena è bello, anche solo per la gioia di essere tornati sull'oceano. La spiaggia è ampia e bella, il villaggio piccolo e grazioso anche se sembra un ex posto di villeggiatura, tagliato fuori dall'autostrada. Il pomeriggio e la serata sono sereni, ormai le facce incominciano a ricorrere e si fanno chiacchiere più interessanti. Il momento canto italiano a cena poi, rimarrà nei miei ricordi.
Continua lo spirito sincero degli hospitaleri, che trovano una sistemazione per tutti.
Domani mi aspetta la cantabria e con lei si avvicina anche la fine di questa prima metà di cammino.
Giovedì 18 agosto 2016
Pobena -> Pontarron (36 Km)
Albergue comunale (donativo), 20 posti CAS,
Questa mattina il senso di comunità, nonostante l'assenza di una colazione comune, era presente. Comunque noi italiani una colazione ce la siamo fatti :) Il bar a pobeña è decisamente una sicurezza. Partiamo assieme (cosa un po' nuova per me) e tra chiacchiere e momenti di silenzio costeggiamo l'oceano in leggera salita. Arrivati al bivio tra l'alternativa corta sulla carretera e quella lunga per il bosco ci salutiamo, promettendoci di rivederci. Trovo un altro compagno di cammino, Daniel, con il quale arrivo a Castro. Questa città di mare, urbanizzata un po' esageratamente, mantiene però un nucleo storico invidiabile e la passeggiata lungo mare è bellissima. Saluto anche Daniel e qualche amico dei giorni passati e continuo per islares.
Qui il percorso ci regala nuovi orizzonti sul mare e il tempo coperto mi facilita il cammino. L'albergue di islares sembra abbastanza vuoto e abbastanza vicino alla spiaggia ma non cambio la mia scelta di andare al paese successivo. Dopo una piccola deviazione Involontaria arrivo a pontarron, dove la barista fa da hospitalero (fa la burocrazia) e ti spiega dov'è la casa. Siamo pochi (si riempirà durante il pomeriggio) e parlo quasi tutto il tempo con Lucas. Nel giorno più sociale del cammino sono contento di aver deciso guemes come ultima tappa. Mi spiace non aver salutato nessuno propriamente ma immagino sia sempre così. L'ultimo giorno da camminante mi aspetta e dalla guida sembra proprio che sarà una bella nota di chiusura.
Venerdì 19 agosto 2016
Pontarron -> Guemes (44,4 Km)
Albergue La cabana del abuelo peuto (donativo), 60+ posti
La mattina è cominciata in modo un po' improvviso, con la sveglia che non ha suonato ed io che mi sono trovato in una stanza semivuota. Mi è dispiaciuto andarmene senza salutare Lucas. Il percorso finalmente torna ad essere un po' più paesaggistico, nonostante il primo pezzo sulla carretera e regala belle passeggiate sulla spiaggia. Laredo ci fa rivivere la sensazione di una città troppo urbanizzata e a Santoña faccio fatica a resistere a comprare acciughe (non me le farebbero passare in aereo). La fatica, sommata a quella del giorno prima, comincia a farsi sentire. Passo dopo passo, in strade sempre più deserte e borghetti graziosi mi avvicino all'albergue. L'ultimo pezzo è davvero duro ma avendo letto sulla guida ottime recensioni su questo albergue mi trascino. Le riflessioni dell'ultimo giorno da camminante sono molte: ad esempio quanto tempo avrò per pensare una volta tornato nella frenesia della quotidianità?
Mi perdo spesso nei miei pensieri anche se una volta arrivato a destinazione è difficile distrarsi, un gruppo di volontari ti accoglie e ti segue. Segue una piccola lezione su come funziona questa comunità sociale e poi una buona cena comune, nella quale mi accompagno a dei tedeschi e a del vino :D
Non so ancora che farò domani, se raggiungerò comunque santander a piedi (l'itinerario consigliato da loro però è lungo 15km) oppure se userò il bus. Il discorso della ripartenza (quando sarà) mi rende dubbioso. Da Santander sarebbe tutto più semplice.
Il mio diario si fermerà qui, dove si ferma anche la mia avventura.. Con la pioggia sfortunatamente.
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