Questo blog nasce con i freschi residui dello spirito del cammino di Santiago che ho concluso da pochi giorni e con la voglia di trasmettere questa bellissima esperienza a tutti quelli che come me l'hanno vissuta o hanno intenzione di farlo.
A differenza di molti siti, più completi ed esaustivi di questo e che trovate linkati a lato, non voglio dare una panoramica sulle possibilità di percorso, arrivo, pernottamento e via dicendo del cammino ma raccontare la mia avventura.
Ho chiamato il blog "il mio cammino di Santiago in 21 giorni" peccando di egoismo in nome di un titolo più chiaro ma voglio cogliere l'occasione per ringraziare tutti i miei compagni di viaggio (partiti da soli ed incontrari sul cammino) che non solo hanno reso la mia esperienza unica ma che mi hanno anche supportato, impegnandosi oltre il necessario per raggiungere Santiago entro il mio volo di ritorno nonostante il loro fosse alcuni giorni dopo.
In particolare voglio ringraziare Katia, con la quale ho condiviso intere giornate e bizzarre avventure, oltre a buie mattine e alla quale invidio la forza di spirito; Manuel, la cui bontà d'animo non trova eguali e con il quale ho avuto l'onore di tentare una "notturna" divertentissima; Paolo, forse la persona con la quale ho parlato di più in tutto il cammino, di un'intelligenza difficile da trovare; i bresciani (Mauro, Ciro, Beppe) divertentissimo trio che ha reso altrettanto divertenti delle serate all'italiana (a base di pasta) negli albergue del cammino; Stefano che oltre a compagno di viaggio è stato sapiente guida per la sua precedente esperienza sul cammino e fonte infinita di frasi dialettali incomprensibili; Marco, che riesce a raccontare la vita in modo così comico; Pablo, che ha incrementato il mio spagnolo e con il quale sono passate belle serate; Danila, che ha reso la mia partenza un vero arrivederci con la torta di Santiago; Fausto, Paola, Stefania, Annalisa, Daniela, Omar, Agata, Rubro, Josè Maria, Chiara, Cecilia, Lorenzo, Roberto e molti altri compagni di viaggio per poche ore o per pochi giorni che spero avrò modo di conoscere meglio nella vita vera.
Vorrei specificare un particolare: per il mio concetto mentale il cammino va fatto a piedi, tutto. Non esistono scorciatoie, non esiste farlo in bici. Comprendo che non tutti abbiamo la fortuna di avere il tempo di affrontare delle vacanze così lunghe ma sono sicuro che, come era in origine, il pellegrinaggio che va fatto almeno una volta nella vita non debba essere una corsa all'arrivo bensì un'esperienza da vivere nel suo complesso e come è stata costruita, cioè a piedi. Fare un pezzo all'anno, fare tappe più lunghe sono delle soluzioni ma non concepisco prendere il pulman o la bici per saltare delle zone ritenute noiose senza nemmeno averle viste. Ho fatto questo inciso perché non sapete quanto vi abbatterà dover percorrere chilometri non previsti o dover girare tutta la città alla ricerca di un albergue solo perché voi avrete fatto la giornata a camminare ma i posti saranno stati riempiti da dei furbetti in bici, in bus o peggio ancora con la macchina di appoggio (e con degli zainetti che ci entra giusto l'acqua). C'è da dire che questo avviene prevalentemente in Galizia dove altri "finti pellegrini" percorrono solo gli ultimi 100km per avere la Compostela, manco fosse un premio. Il cammino di Santiago è un cammino della vita ed affrontarlo con l'idea di prendere il bus quando si è stanchi o di fare i furbi e arrivare per primi all'apertura degli albergue significa non saper affrontare la vita, dove gli ostacoli, la fatica, la necessità di perseveranza non possono essere soppiantati da un bus.
Nelle pagine che sto costruendo potrete trovare qualche utile informazione, ma se cercate dettagli riguardo gli alloggi, le possibilità di arrivo, i percorsi e via dicendo vi consiglio di consultare i siti a lato che per me sono stati fonte di qualunque informazione.
"va fatto a piedi, tutto. Non esistono scorciatoie".
RispondiEliminaCon queste poche parole hai riassunto l'essenza del Camino. Prendere il pullman sarebbe un pò come mentire a se stessi. Poi, purtroppo, le ferie sono quelle che sono e mi ritengo fortunato di poterlo fare in 2 anni,pur sapendo che l'emozione che può darti arrivare a Santiago dopo un mese (o 21 gg...) di cammino non sarà mai paragonabile a quella che vivrò io... :-(
Mauro